L’ultimo saluto a Pippo Baudo, a Militello i funerali del re della televisione italiana
È stato un ultimo toccante saluto quello riservato al presentatore, i cui funerali si sono svolti nel pomeriggio, alle 16, nel Santuario di Santa Maria della Stella. Grande commozione ha accompagnato l’uscita della bara, con la folla che ha intonato a gran voce “Pippo, Pippo”
Èstato un ultimo toccante saluto quello riservato a Pippo Baudo, i cui funerali si sono svolti nel pomeriggio, alle 16, nel Santuario di Santa Maria della Stella a Militello Val di Catania. La camera ardente, chiusa poco dopo le 13, aveva accolto per ore l’omaggio di cittadini e autorità. Già dal primo pomeriggio, una folla numerosa si era radunata davanti al santuario, con i varchi di accesso alla piazza aperti solo parzialmente per gestire l’afflusso. Il caldo soffocante, con temperature vicine ai 35 gradi, ha messo a dura prova i presenti, provocando diversi malori, tra cui quello di un carabiniere in alta uniforme. Centinaia di persone hanno seguito la cerimonia dal maxi schermo allestito in piazza Santa Maria della Stella, ammassandosi dietro le transenne. Un lunghissimo applauso ha accolto all’uscita dalla chiesa il feretro di Baudo, al termine dei funerali. La figlia Tiziana ha accompagnato la salma in lacrime. Le migliaia di persone assiepate dietro le transenne hanno accolto la bara al grido di “Pippo, Pippo”. Baudo adesso verrà sepolto nella tomba di famiglia, come da lui espressamente richiesto nel suo testamento.
Presenti alla funzione, tra gli altri, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il presidente della Regione, Renato Schifani, il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, il ministro Adolfo Urso e il sindaco di Catania, Enrico Trantino. Tra i personaggi del mondo dello spettacolo presenti Albano, Gigi D’Alessio, Michele Guardì e Lorella Cuccarini. Assente alla messa l’ex moglie di Baudo, Katia Ricciarelli. In un’intervista a La Verità, ha spiegato che Militello è troppo lontano, soprattutto dopo un’infortunio subito nei giorni scorsi.
Le esequie sono state presiedute dal vescovo di Caltagirone, Calogero Peri. Hanno concelebrato la funzione sedici sacerdoti tra cui il parroco don Giuseppe Luparello e don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, che ha dettato l’omelia.
Don Albanese: “Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell’animo di Pippo”
“Pippo Baudo ha lasciato in eredità una testimonianza di umanità, generosità e passione. Amatissimo dal pubblico, capace con garbo e competenza di entrare nelle case di milioni di italiani, ha saputo però andare oltre i programmi e gli applausi, distinguendosi per la sua capacità di comunicare vicinanza, dare spazio a tanti artisti e coltivare rapporti autentici. Molti lo ricordano come un uomo discreto, generoso, pronto ad aiutare senza clamore, spesso nel silenzio”. Così lo ha descritto nell’omelia funebre don Giulio Albanese, suo padre spirituale, durante l’omelia funebre. Poi un passaggio sull’ultimo incontro prima di morire: “Nel momento in cui gli ho chiesto se potessi comunicargli il corpo di Cristo, lui mi ha guardato ed ha pianto. Mi ha ripetuto per ben tre volte ‘grazie, grazie, grazie'”.
Richiamando le Beatitudini evangeliche, don Albanese ha sottolineato come “non sono beati i potenti o i ricchi, ma i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore”, spiegando che la povertà cristiana non è miseria, ma condivisione. “E questo – ha aggiunto – è stato un tratto distintivo della vita di Pippo”.
Il sacerdote ha poi ricordato una confidenza che Baudo gli fece poco prima di morire: “Il successo, e lui ne ha avuto tanto, non basta a riempire il cuore. Il successo non basta a rendere felici!”. Una riflessione che, ha detto Albanese, risuona in piena sintonia con il Vangelo. Nell’omelia ha parlato anche della speranza come virtù, non come semplice sentimento. “Pippo – ha spiegato – nei mesi di clausura al Campus Biomedico prima della morte, ne aveva chiara consapevolezza. Credo sia questo il conforto più grande per i suoi amici più cari”. Ha quindi ricordato la famiglia del conduttore – in particolare la figlia Tiziana, il figlio Alessandro e la storica assistente Dina, “vero angelo custode negli anni della malattia” – e i tanti amici, concittadini, colleghi e artisti che oggi ne piangono la scomparsa. “Possano conservare – ha concluso – non solo il ricordo dei suoi successi, ma soprattutto l’eredità di umanità, generosità e passione che Pippo ha lasciato”.
La folla di fronte la chiesa di Santa Maria della Stella
Il ricordo di La Russa
“La prima volta che ho sentito parlare di Pippo Baudo avevo nove anni e abitavo in Sicilia – ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa – Mio cugino Mario, che organizzava la festa della Matricola a Paternò, parlando con mio fratello Vincenzo, disse ‘Dobbiamo invitare a presentare uno spettacolo quel Pippo Baudo, te lo ricordi, è un presentatore che farà strada’. Io avevo nove anni poi il suo nome lo hanno imparato tutti gli italiani”.
“Credo che oggi ricordiamo la persona – ha aggiunto il sottosegretario, Giacomo Mazzi – Fino a poco fa abbiamo ricordato il grande artista, quello che è stato definito giustamente il gigante dello spettacolo, della cultura perché per me è stato un grande uomo di cultura”. “E’ stato l’Enrico Mattei della Rai” – ha aggiunto il sindaco di Militello, Giovanni Burtone.
Profondamente commosso Albano che non è riuscito a trattenere le lacrime: “Io sono stato qui nel 1974, Pippo voleva che io venissi a cantare nel suo paese. La mia risposta ovviamente fu strapositiva. E tornare oggi è una tripla emozione, perché ripercorro tutto quello che abbiamo fatto insieme. Tante cose…”.
“È stato incredibile, un affetto straordinario. In autostrada la gente ci superava e gli mandava baci, qualcosa di totalmente inaspettato per noi”. Queste le parole di Dina Minna, storica assistente di Baudo, al suo fianco per 36 anni. Figura riservata, non si occupava solo della sua agenda, ma gestiva ogni aspetto della sua giornata. “Il momento più emozionante – aggiunge – è stato l’ultimo traghettamento verso la sua Sicilia. Ieri sera ho incontrato persone arrivate persino dalla Svizzera, tutte unite da un grande affetto nei suoi confronti”.
Amici, parenti e fan rendono omaggio salutando il feretro di Pippo Baudo
“Intitolargli il Teatro delle Vittorie”
Sulla scia della scomparsa del conduttore, Angelo Bonelli, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, ha espresso forte preoccupazione per il destino del Teatro delle Vittorie. “La Rai non può mettere in vendita il Teatro delle Vittorie: sarebbe un errore gravissimo privarsi di uno dei simboli più forti della propria identità e della memoria collettiva del Paese. Quel luogo non è un immobile qualunque: è il palcoscenico di Canzonissima, di Fantastico, delle stagioni più amate della Rai e della storia culturale italiana. Per questo rilancio e condivido la proposta avanzata da Lino Banfi, Amadeus e Fiorello di intitolarlo a Pippo Baudo e propongo che diventi il Museo della Televisione italiana, patrimonio inalienabile che la Rai deve preservare e valorizzare”.
Bonelli ha poi aggiunto: “Nel giorno in cui l’Italia saluta Pippo Baudo, il più grande protagonista della nostra televisione, apprendere la notizia della scelta di mettere in vendita il Teatro delle Vittorie appare incomprensibile. Chiedo all’azienda di rivedere il proprio piano immobiliare e di assumere un impegno pubblico a non alienare un bene che appartiene non solo alla Rai, ma a tutti gli italiani”.